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Dolore e Paura

Un demone rapisce 50 uomini e 50 donne.

Li mette tutti in fila in un’arena.

Si presenta dicendo “mi chiamo Dolore, ma molti mi chiamano Paura, ora siete miei”.

Gli uomini e le donne iniziano a strillare dal terrore.

“Mi ciberò dei vostri cuori, solo gli impavidi potranno salvarsi”.

Le urla di paura aumentano.

Il demone si dirige verso uno degli uomini, lo afferra per un polso, getta un largo e affilato machete a terra ed esclama “liberati e ti lascerò andare. O tra dieci secondi mangerò il tuo cuore”.

L’uomo terrorizzato piange, non afferra nemmeno il machete per provare a difendersi.

Non fa altro che singhiozzare come un debole. Il demone ride.

Dopo qualche secondo gli strappa il cuore dal petto e lo mangia.

Il corpo senz’anima dell’uomo si accascia a terra, flaccido e con un buco nel torace.

Il demone ride ancora.

Gli altri prigionieri sono sconcertati.

“Moriremo? Ci ucciderà tutti? Dobbiamo fuggire”.

Il demone si avvicina verso una donna, la prende per il polso, la avvicina al machete e le dice “liberati entro dieci secondi o ti mangerò il cuore”.

La donna afferra il machete ed inizia a colpire il demone, ma lui non si fa nulla. I colpi non lo scalfiscono nemmeno.

Passano dieci secondi, e anche a lei fa un buco nel petto e le mangia il cuore.

Questa scena si ripete per decine di volte.

Pianti, urla di terrore, uomini e donne che implorano pietà, alcuni provano a trattare col demone, altri cercano di fuggire.

Ne rimangono solo 20.

Una pila di corpi ammassati e bucati giace a terra, senza cuore e senza anima.

Il demone ghigna ed esclama “ho ancora fame, oggi sono fortunato, sento che mangerò il cuore di ognuno di voi”.

“C’è qualcuno che vuole farsi avanti? Sono stufo di inseguirvi mentre scappate a destra e a sinistra per l’arena”.

Un uomo si alza in piedi, fin dall’inizio era rimasto seduto a guardare la scena, distaccato e impassibile, triste e solenne.

Il demone lo scruta, l’uomo raccoglie il machete e alza l’altro braccio verso il demone, come per dire “prendilo”.

Il demone afferra il polso dell’uomo, sorpreso per la sua sicurezza e per il suo animo impavido.

L’uomo domanda al demone “Ho dieci secondi e poi mi mangerai il cuore giusto?”.

Il demone annuisce.

L’uomo sorride e si taglia col machete l’avambraccio di netto. Liberando la parte del suo corpo che erano imprigionata nella mano del demone.

Ora è libero, pur avendo perso la mano e nonostante il dolore, può tornare alla sua vita.

Il demone guarda sbigottito la mano dell’uomo, con un pezzo di avambraccio che penzola da essa. Il sangue sgorga copioso.

“Hai pagato il prezzo per la tua anima e per la tempra del tuo cuore, ora sei libero di andare”.

Il demone cauterizza con il suo alito di fuoco la ferita dell’uomo.

Il sangue non sgorga più e pur avendo perso la mano sinistra, l’uomo è comunque sereno.

“Grazie di questa prova” dice l’uomo.

“Sei stato un degno avversario, gli altri mi chiamano Dolore e Paura, ma tu da oggi in avanti potrai chiamarmi Fuoco Interiore”.

L’uomo sorride.

Il demone continua la sua cena.

Nonostante l’esempio dell’uomo impavido, tutti gli altri prigionieri quella notte morirono piangendo e disperandosi.

Tu chi sei in questa storia?

Ivan Orizio

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