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Breve riflessione sul senso della vita

Dopo 5 mesi in Thailandia faccio un breve considerazione.

In occidente siamo infelici pur avendo tutto mentre i tailandesi vivono in strada e in baracche ai lati della ferrovia, o in case di fortuna fatte con lamiere.

Alcuni sono naturalmente benestanti, ma al di là che nelle grandi città, la povertà è dilagante e la qualità di vita è ad anni luce di distanza da ciò che noi consideriamo come “normale”.

L’infelicità è quindi uno stato naturale della condizione umana.

Il tailandese che dorme sul marciapiede sogna un letto morbido con un tetto sopra la testa, così da non bagnarsi quando piove e da non dover respirare lo scarico delle auto che passano al suo fianco.

Dice a sè stesso “se mai avrò un tetto di lamiera sopra la testa e un materasso, potrò essere felice”. Ha tutto sommato ragione.

L’europeo sogna di fare carriera, avere un’auto più bella ed una casa più bella. Vestiti migliori, più status, più situazioni instagrammabili.

Vuole guardare dall’alto verso il basso i propri vicini di casa, mostrando la sua auto più bella e i suoi vestiti più firmati. Quando potrà farlo, anche lui sarà felice.

La finanza comportamentale insegna che chi guida un Audi in un quartiere in cui tutti hanno una Panda, è più felice di chi guida una Ferrari in un posto in cui tutti guidano delle Bugatti e delle Rolls Royce.

Il ricco occidentale sogna di avere ancora più asset immobiliari e soldi sul conto corrente, o di poter essere di nuovo giovane, o di essere sano quando in realtà è ammalato.

Chi è all’apice – e molte Star e VIP lo dimostrano – avendo già tutto, si annoia. Diventa dipendente dalle droghe, assume psicofarmaci, è depresso, infelice e non ha più uno scopo perché ha già superato il 99% delle persone che incontra.

In quanto esseri umani, siamo un animale abbastanza stupido.

La nostra mente è una macchina eccezionale votata alla risoluzione dei problemi, ma come sostengono i mistici, la mente non può fare altro che focalizzarsi su ciò che non va.

Emblematico il libro di Osho “La mente che mente”. (Pur non considerando credibile un guru che si veste da astronauta, vive in una piramide di vetro e colleziona Rolls Royce).

La mente si focalizza sui problemi, ti domanda continuamente “Cosa c’è che non va? Fammi scandagliare a destra e a sinistra alla ricerca di qualcosa che non va, e se lo trovo, lascia che io lo ripari”.

La mente è una buona risorsa, ma ci sottrae dal qui ed ora. Dalla capacità di godere di ciò che abbiamo. Dalla possibilità di gioiere per il momento presente.

Siamo costantemente sottratti dal presente in vista del divenire.

Soffriamo per il passato. Per ciò che è stato, per ciò che non abbiamo avuto o che abbiamo avuto di brutto. Ma il passato è finito.

Soffriamo per il futuro. Per ciò che arriverà di brutto e per ciò che forse non arriverà di bello. Ma il futuro deve ancora arrivare.

In sostanza, se viviamo nel divenire, la felicità non può esistere.

Se viviamo nel paragone, è impossibile godere di ciò che abbiamo.

La tua auto è più bella della mia quindi fa si che la mia mi piaccia meno.

Il tuo culo è più bello del mio quindi fa si che il mio mi piaccia meno.

Il tuo conto in banca è più alto del mio quindi mi sento povero.

E via di seguito.

Ad ognuno il trovare la propria soluzione, ma è difficile far finta che questa non sia la fotografia del problema.

In bocca al lupo per goderti la tua vita.

www.xwoman.it/metodomastermind

PS:

Un cane può renderti più felice di una Ferrari ed un buon amico che ti ascolta e con cui parlare, vale di più di cento sessioni dallo psicologo che ti prescrive psicofarmaci e che è lì solo perché gli dai 50 euro all’ora.

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