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Ecco perchè non sei felice

Riflessione filosofica sul perchè probabilmente sei uno stupido unicorno f*********** debole e sul perché non sarai MAI felice nella vita a meno che non fai scattare immediatamente la modalità “faccio il massimo di ciò che posso ma intanto mi diverto e tutta questa pressione sociale si può anche i******* all’istante”.

ASCOLTAMI BENE.

Tuo nonno è nato più o meno 100 anni fa ed è cresciuto in un contesto di guerra.

I suoi amici di infanzia sono morti di fame, malattia o in un conflitto armato.

Non aveva da mangiare.

Non aveva un tetto sopra la testa.

Per lui, una vita piena voleva dire “c****, anche oggi sono sopravvissuto e anche oggi ho da mangiare. Che grandiosa giornata ho appena passato!”.

Poi la guerra è finita, ma quel modello di comportamento era diventato ormai un tutt’uno con la sua mente.

“C****, ho cibo in tavola e sono ancora vivo anche oggi”, è ciò che per chi è cresciuto in tempo di guerra, è la condizione necessaria e sufficiente per una vita felice.

Ma grazie ai tuoi nonni, al loro cibo in tavola e al loro tetto sulla testa, sono poi nati i tuoi genitori.

I tuoi genitori non hanno dovuto combattere in guerra ma sono cresciuti educati da persone (i loro genitori, i tuoi nonni) che ripetevano loro ogni giorno “avere un piatto in tavola, un tetto sulla testa e una lunga vita senza bombe, è la cosa più importante del mondo”.

Per questa ragione, i tuoi genitori hanno trovato a 20 anni un lavoro qualsiasi e pagato il giusto, non appena hanno potuto hanno aperto un mutuo trentennale, si sono sposati, e con un tetto sulla testa e cibo nella pancia, hanno fatto tanti figli, felici e appagati da una vita sicura, con cibo in tavola, salute ed una piccola dose di prosperità.

Per i tuoi nonni l’importante era sopravvivere e non rivivere ogni giorno le miserie della guerra.

Per i tuoi genitori, l’importante era avere SICUREZZA e un po’ di appagamento.

Un po’ di cibo, un po’ di vacanze, un po’ di beni di lusso (due macchine, 3 televisori, un po’ di svaghi e divertimento, ma SENZA ESAGERARE).

Ripeti con me:

– per i tuoi nonni: sopravvivenza

– per tuo padre e tua madre: sicurezza per il futuro e l’appagamento di una vita semplice ma con qualche sfizio

Ma eccoci arrivati a te. Mio piccolo unicorno psicopatico.

Tu sei cresciuta in un’epoca di abbondanza, in cui ti è stata data la possibilità di essere AMBIZIOSA. Di pensare a TE STESSA.

Non al cibo e non al tetto.

Per tuo nonno la felicità era un piatto in tavola e poter dormire in un letto senza bombe nel cuore della notte.

Per i tuoi genitori, la felicità era la sicurezza di poter avere cibo in tavola ed un tetto sopra la testa, per i prossimi 30-40 anni.

E per te?

Per te la felicità è realizzare il tuo sogno personale, la tua unicità come individuo, il non provare dolore né fisico né psichico ed il poter superare (almeno apparentemente) gli altri.

SCALARE LA PIRAMIDE SOCIALE e dimostrare al mondo che TU SEI UNICA!

Perché hai sempre dato per scontato che cibo in tavola ed un tetto sopra la testa, sono cose assolutamente normali. Che tu hai DI DIRITTO!

E hai sempre dato per scontato, dato che hai visto i tuoi genitori fare lo stesso noioso lavoro per 40 anni, che TU quel maledetto lavoro, non l’avresti mai fatto. Mai e poi mai.

Tu vuoi unicità.

Vuoi realizzazione personale.

E vuoi almeno in una certa misura, il poter superare gli altri.

Perché “la felicità” non è un concetto astratto, ma è data da come ti percepisci all’interno del contesto sociale.

Un uomo che guadagna 800 euro al mese in mezzo a centinaia di uomini che guadagnano 300 euro al mese, si percepisce benestante e fortunato, e chi guadagna 10 mila euro al mese ma vive in mezzo a milionari, si percepisce come un povero essere inferiore poco abbiente.

La più bella del villaggio, dove le altre donne sono grasse e hanno i baffi, crescerà sentendosi “una dea”.

Ma se ogni giorno devi confrontarti con persone (da tutto il mondo, sui social e non), che sono:

– più belli di te

– hanno più successo di te

– hanno più soldi di te

– sembrano (o sono) più felici di te

Tu, nata con un’infanzia che ti ha resa ultra ambiziosa (ricorda, non sognavi sopravvivenza, non sognavi sicurezza, ma sognavi realizzazione personale e l’espressione dei tuoi veri sogni interiori, qualsiasi cosa essi siano)…

Nata con un’infanzia che ti ha resa ultra ambiziosa, ora ti confronti con un mondo che:

– è iper competitivo e “aperto” (ti misuri con forza lavoro da tutto il mondo e non solo con quelli del tuo paesino in provincia di Bologna)

– è totalmente social (puoi guidare una BMW M3 da 70 mila euro, ma ti sentirai sempre una povera di m**** perché sui social vedrai persone con 20 anni in meno di te, che guidano 3 Lamborghini diverse a settimana e fanno una vita che tu puoi solo sognare)

– puoi anche guadagnare 3000 euro al mese facendo ciò che ami (ad esempio, la massaggiatrice), che sono più dei 2000 euro al mese che tuo padre guadagnava in posta e sono più dei 1500 euro al mese che tuo nonno guadagnava in fabbrica, ma ti sentirai sempre f********** insoddisfatta perché non sei la MIGLIORE DEL MONDO nel tuo lavoro, e perché sui social vedrai persone che fanno il tuo stesso lavoro ma con un livello di successo 10 volte superiore al tuo (“Ivan sono una brava ballerina, insegno danza e mi piace, ma siccome non ballo a Broadway e non ho 7 milioni di followers su Instagram, mi sento una fallita di merda”)

In sostanza, la vita che hai vissuto ed in particolar modo la tua infanzia, ti hanno caricato come un pupazzo a molla raccontandoti la fiaba che sei una principessa magica che MERITA di essere felice.

Non ti ha però insegnato a farti il c*** e a sputare sangue per anni (come tuo nonno in fabbrica o tuo padre in posta).

E non ti ha preparata per un mondo globalizzato in cui ogni giorno puoi vedere centinaia di persone migliori di te in tutto, che vivono vite più felici della tua, più ricche, con più successo e più denaro.

Per questa ragione, mi dispiace, ma non sarai mai felice.

La felicità è data dal rapporto tra REALTÀ e LE TUE ASPETTATIVE.

Puoi anche avere un tetto sopra la testa, cibo, un bel lavoro, salute e la possibilità di fare più o meno tutto ciò che vuoi, ma se le tue aspettative sono f*********** alte, non te lo godrai mai.

Al contrario, puoi anche vivere una vita assurdamente difficile, ma se la tua aspettativa è “devo cercare di sopravvivere fino a domani”, ti sentirai felice ogni volta che ti renderai conto di essere ancora viva.

BREVE SOLUZIONE A QUESTO PROBLEMA

Devi diventare assurdamente spietata verso te stessa e trattarti con la durezza che i tuoi genitori e i tuoi nonni non hanno mai avuto con te.

Devi smettere di raccontarti c****** in merito al fatto che “meriti di meglio”, e iniziare a sputare sangue per ottenere ciò che vuoi.

E allo stesso tempo, ogni giorno devi ricordarti che la nera signora cammina al tuo fianco, ed un giorno quando meno te lo aspetti, ti dirà “andiamo, il tuo tempo è finito”, e morirai.

Quindi mentre sei assurdamente spietata verso te stessa e ti forgi come un fabbro forgia una spada nel fuoco, ricordati anche di godere di quel c**** che hai. Invece di sprecare tempo a piangerti addosso per ciò che non hai, come uno stupido suino patetico.

Riflettici dolce unicorno debole.

See you.

2 Commenti. Nuovo commento

  • Sono arrivata a 45 anni con questa forma mentis. Aspettative altissime. Posso cambiare ma nessuno mi restituirà gli anni persi.(fisicamente i migliori). Come supero questo impasse mentale?

    Rispondi
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    Valentina Sinagra
    28 Settembre 2022 10:49

    Ciao Sara il passato ormai è passato.

    L’unica cosa che puoi fare adesso è imparare da esso ed iniziare a vivere il momento presente e a godere di quello che hai in questo istante, senza proiettarti con il pensiero al domani.

    Non pensare: “Quando avrò ottenuto questo allora sarò felice e mi godrò la vita”

    Semplicemente la felicità è una scelta. Uno stato d’animo.

    Rispondi

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