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Una storia senza lieto fine

Le formiche sono creature semplici, dotate di poche intelligenza, questo per lo meno se vogliamo considerarle secondo la nostra definizione di intelligenza.

Il loro algoritmo, o per usare un termine fisiologico, il loro cervello, è costituito da 400 mila neuroni. Sono pochi. La loro rete neurale dunque è molto semplice. Il loro “algoritmo di funzionamento”, è basico.

I cani, in quanto animali superiori alle formiche, hanno circa 3 miliardi di neuroni. Sono quindi molto più simili a noi delle formiche.

I leoni, con un cervello molto più grande dei cani, hanno 5 miliardi di neuroni. I gorilla 7 miliardi di neuroni.

Altri animali, come l’elefante, la balena, il delfino e l’uomo, hanno un numero di neuroni incerto, che varia negli studi scientifici dai 20 miliardi ai 200 miliardi.

La definizione di intelligenza è naturalmente differente per un umano e per un delfino, dal momento che l’habitat nel quale viviamo richiede logiche differenti per garantire ad entrambe le specie la propria sopravvivenza.

Riguardo a noi, gli esseri umani sono cresciuti in un mondo selvaggio nel quale per sopravvivere era necessario allearsi in tribù.

L’uomo infatti è un pessimo predatore se preso singolarmente, ma l’animale più temibile del pianeta se considerato in branco.

Tribù = un gruppo di uomini che perseguono uno scopo comune

Questo scopo è solitamente la sopravvivenza della tribù nonché la difesa reciproca e la condivisione del cibo.

Un proverbio beduino mostra enorme saggezza nel descrivere questo aspetto. Recita: “Io contro mio fratello; io e mio fratello contro i miei cugini; io, mio fratello, i miei cugini, contro le altre tribù. Io, mio fratello, i miei cugini e le tribù beduine, contro tutti quelli che non sono beduini.”

Puoi guardare Vikings su Netflix e per la bellezza di 89 puntate della durata di un’ora, vedrai l’applicazione pratica di questo antico adagio.

Due fratelli contro altri fratelli norreni. I 4 fratelli norreni, contro altri norreni di un clan rivale. Tutti i clan norreni, contro i francesi. Tutti i clan norreni e i francesi, contro gli inglesi. E via di seguito.

Il fine di questo approccio è lo sterminio definitivo delle tribù nemiche, al fine di garantire ai membri del proprio gruppo, tutte le risorse disponibili della zona nella quale si vive.

Per questa ragione, in quanto esseri umani ci siamo evoluti attorno ad alcune caratteristiche psicologiche fondamentali:

– l’essere affiliativi, vale a dire il voler far gruppo e la tendenza innata a mettere la personalità del gruppo davanti alla propria

Pensa a tal proposito ai soldati nazisti che hanno sterminato 6 milioni di ebrei senza battere ciglio, per il bene comune della Germania.

“La Germania”.

“L’America”.

“I soldati di sua maestà”.

È esattamente ciò di cui parla l’antico proverbio beduino.

La psiche umana è dedita all’essere violenti, vale a dire alla tendenza innata a sterminare qualsiasi gruppo rivale che si contrappone al nostro per differenza di ideali, lingua, cultura, colore della pelle e divinità venerate.

Inoltre, siamo affascinati da personalità forti, che ai nostri occhi primordiali possono condurci allo sterminio delle tribù nemiche e che sono quindi in grado di distinguersi per strategia e capacità nell’ars belli (il fare la guerra).

Il nostro cervello ha una componente primordiale molto forte. Superiore a quella razionale.

La primordialità, vale a dire il nostro pilota automatico, si attiva e prende il comando ogni volta che percepiamo di essere in pericolo di vita.

Il nostro io razionale e superiore, al contrario, è ancora embrionale.

Ciò significa che fino a pochi secoli fa, era inusuale per un umano vivere la propria vita sotto la luce della ragione, al di fuori che pochi fortunati che potevo attingere ai libri, come i nobili, i letterati e gli ecclesiasti.

“Bene Ivan, affascinante, ma perché mi stai dicendo tutto questo?”.

Ti dico tutto questo per parlare dei politici.

I politici, vale a dire coloro che detengono il potere e che possono decidere delle sorti di tutti quelli che stanno al di sotto della loro catena di comando, o per meglio dire, del popolo.

Le caratteristiche psicologiche che servono a diventare un capo tribù, sono:

– la persuasione

– l’evocare nel proprio elettore un senso di sicurezza e di comando

– la tendenza a pensare in modo divisivo, parlando di “noi” e “loro”, e facendo appello al cervello primordiale che lega la sopravvivenza e la propria sussistenza all’appartenenza ad un gruppo limitato di individui

– l’assenza di empatia e la tendenza a ricorrere a soluzioni violente piuttosto che a soluzioni inclusive

Questa è la ragione per la quale Trump ha vinto le elezioni con la promessa di costruire un muro in grado di separare i bravi americani dai messicani cattivi.

Per questa ragione, non dobbiamo stupirci se i capi di Stato e i politici che ci governano non sono le persone più intelligenti né quelle dotate di maggiore empatia e capacità teoretica.

I filosofi, gli artisti e “i buoni” della storia, non hanno le caratteristiche psicologiche e algoritmiche, per diventare capi tribù.

Che cosa sarebbe accaduto nel mondo selvaggio se uno stupido capo violento avesse incontrato un saggio capo empatico e amorevole? La risposta è semplice: il saggio capo empatico e amorevole sarebbe stato ucciso dallo stupido capo violento.

La violenza, la capacità di evocare affiliazione, la divisione e la volontà di perseguire interessi personali e non collettivi, è ciò che per decine di migliaia di anni, ha distinto i capi vincitori dai capi perdenti.

Questo ci porta anche alla triste considerazione legata al fatto che i geni dei filosofi, vale a dire il DNA dei pensatori, degli artisti e degli empatici, non si è riprodotto a sufficienza perché è stato sterminato dai capi tribù stupidi ma violenti.

L’empatia, la sensibilità, l’interesse comune, la volontà di abbattere le barriere e la fratellanza con “il diverso”, sono state caratteristiche che la natura, nella sua logica darwiniana, ha sfavorito nei capi del passato.

Dal momento che chi era dotato di queste note caratteriali, si contestualizzava come bersaglio perfetto per i capi poco empatici, ma molto violenti e molto affiliativi.

Qual è la sorte di dieci filosofi pacifici, che incontrano mille guerrieri stupratori? Esatto.

In sostanza, in quanto esseri umani, siamo condannati ad essere governati da egoisti, tiranni ed oligarchi, che fanno gli interessi di piccoli gruppi e che seguono una logica algoritmica mentale votata alla ricchezza personale a discapito di tutti gli altri.

Questo messaggio, mi spiace, ma non ha un lieto fine.

La storia umana terminerà con tre finali possibili.

Opzione 1) Un’invasione aliena ci porterà a coalizzarci e ad allearci reciprocamente, e tutti i popoli, e tutte le genti, vivranno in pace tra di loro, e smetteranno di farsi la guerra, mossi dall’intento di combattere un invasore comune che viene da un altro pianeta.

Mi spiace dirti ovviamente che se ciò accadrà, perderemo rovinosamente la battaglia di fronte ad un nemico molto più evoluto che è stato in grado di viaggiare per anni luce nello spazio, per arrivare fino a noi, e in quanto tale ci sarà superiore tecnologicamente, tanto quanto noi siamo superiori ai gorilla.

Opzione 2) I computer, che attualmente hanno un quoziente intellettivo estremamente basso (attorno a 10 punti IQ), si evolveranno a tal punto da a) distruggere la razza umana o b) troveranno una soluzione pacifica e nel nostro interesse affinché gli umani vivano in pace e smettano di farsi la guerra l’uno con l’altro.

Non ho fiducia riguardo al fatto che un’intelligenza artificiale superiore veda la necessità di salvarci, quando per salvare il pianeta sarebbe sufficiente invece sterminarci.

Ma in quanto umano sono imprigionato nelle logiche umane e negli algoritmi dell’intelligenza umana, quindi come per un lupo è difficile pianificare strategie che prevedono il volo, dato che i lupi a differenza dei falchi, non volano, per me è difficile pianificare strategie o immaginare scenari che implicano intelligenze estremamente superiori in gioco.

Opzione 3) Considerando che esistono centinaia di Stati e considerando che molti di questi sono armati di testate nucleari, lo scenario numero 3 è quello della guerra nucleare globale.

Mentre scrivo, un conflitto in Ucraina potrebbe schierare la Russia e la Cina contro la Nato e l’America. Un contesto simile, se mal gestito, potrebbe portare ad uno scenario nucleare.

In definitiva, consiglio a chi mi segue di fare pratica con l’allenamento e di esercitarsi con il digiuno intermittente, al fine di familiarizzare con la fame e di poter arrivare preparati a condizioni di vita meno favorevoli.

Ricordo inoltre che il denaro e il successo, per quanto affascinanti, sono meno importanti della salute e della forza del corpo e della mente.

Chiaramente, non è detto che uno di questi tre scenari si verifichi necessariamente nei prossimi 100 anni.

Quindi, forse sarai fortunata, e potrai ancora vivere la tua vita sotto il dominio di oligarchi poco empatici e che faranno ancora e ancora i propri interessi e non i tuoi.

Con affetto.

Ivan Orizio
Il filosofo guerriero che non essendo affiliativo viveva in un clan di altri pochi filosofi guerrieri, e siamo quindi stati tutti sterminati dai tremila caproni analfabeti della tribù rivale

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